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Caterina Sambi

La storia di Caterina "la Rina" Sambi. Se hai qualcosa anche tu da raccontare scrivici un breve racconto biografico corredato di foto ed invialo via mail a urp@comune.poggiotorriana.rn.it. Se hai bisogno di maggiori informazioni chiama 0541/629701

Caterina Sambi è nata a San Paolo di Ponte Uso, piccola frazione del Comune di Sogliano al Rubicone nell'anno 1932, figlia di Arturo Sambi e Ida Bertozzi, possidenti terrieri dell'epoca. La loro  famiglia era composta da 10 figli. Un fratello di Caterina, Mons.Pietro Sambi, nunzio apostolico,  è stato ambasciatore della santa sede in tanti paesi del mondo tra i quali: Camerun, Cuba, Algeria, Nicaragua, Belgio, India e Palestina. Ha terminato la sua vita terrena come ambasciatore del Vaticano negli Stai Uniti D'America, a Washington.  

Caterina si è sposata nel 1955 con Corrado e si è trasferita nel piccolo borgo di Camerano, dove ha iniziato la gestione della piccola  bottega del borgo, cosi si chiamavano all'epoca i negozi,  “botteghe”.  Si vendeva di tutto, dagli alimentari e  sali tabacchi, dal pane al carbone, dall'olio e pasta alla benzina, alle scarpe e merceria, dai sementi per animali alle lampade/candele e pure cancelleria per gli scolari.

Per chi è nato negli anni 70  sarà difficile immaginare che all'epoca si vendeva tutto sfuso, il sale, lo zucchero, la pasta, la farina, i biscotti, l'olio e tanto altro ancora. Non si usavano i sacchetti di carta, quelli vennero dopo..., si faceva “lo scartoccio”, (in dialetto scartoz) che altro non era  che un foglio di carta gialla sapientemente accartocciato dalle mani del negoziante, con all'interno il prodotto acquistato. La stessa carta gialla che veniva bagnata e messa sulla fronte dei bambini nei piccoli colpi che la vivacità procurava, cosi come per “asciugare” la frittura.

Le sigarette, anche quelle sfuse,una, due, tre...dipendeva da quanto denaro il fumatore aveva in tasca... ricordo le marche delle sigarette di allora: Astor, Alfa, nazionali esportazione, Lubian, Diana, ecc.

I sigari toscani che all'epoca  andavano per la maggiore  tra gli anziani, erano interi e venivano dal cliente presi in mano, annusati, palpati, strofinati,  e infine fatta la scelta, venivano dalla Rina tagliati a metà con una tagliola e venduti. L'altra metà rimaneva per un altro cliente... Immaginare oggi l'igiene di quei tempi è difficile... 

Nel borgo,  negli anni 60/70, vi erano 3 botteghe, in una delle quali era incluso anche il forno. Ora non esiste più nulla! Il borgo è rimasto lo stesso, con le stesse case, in parte sistemate/ristrutturate e in parte fatiscenti,  e anche il numero degli abitanti è più o meno invariato. Ciò che  è venuto a mancare da decenni è la campagna, quella campagna produttiva di allora, con tante famiglie e tanti figli che si recavano quotidianamente nel borgo per fare la spesa. All'epoca circolava poco denaro nel rapporto cliente bottega, erano tempi nei quali si segnava....senza pagare! Si tagliava un quaderno scolastico a metà, una metà al cliente e l'altra rimaneva alla bottega e su questi si segnava rispettivamente la somma della spesa quotidiana. A fine mese, per chi aveva stipendio fisso, si facevano i conti dei segni sul libretto e si saldava il mensile. Per chi invece aveva lavoro precario come bracciante/operaio, o lavoro agricolo, la situazione era molto più critica....

i conti si facevano dopo i raccolti e l'avvenuto incasso stagionale. Se il raccolto era andato male erano dolori per la bottega... Il cliente non aveva denaro e non pagava! A sua volta per la Caterina erano guai seri... in quanto non avendo incassato non poteva pagare i fornitori. 

Oltre ad offrire un servizio essenziale alla gente del  borgo, la bottega è stata un punto di riferimento, d'incontro, di ritrovo e socializzazione del paese per circa mezzo secolo. 

Negli ultimi anni di attività, pur non essendoci più entrate sufficienti alla gestione della bottega, vuoi per la concorrenza dei supermercati, vuoi per le tasse che erodevano ogni guadagno, la Rina pur di non lasciar “morire quella bottega”, quella bottega che è stata la sua vita e in buona parte “la vita della gente del borgo”, attingeva risorse  dalla sua  pensione di vecchiaia pur di andare avanti... 

Caterina ha gestito da sola la piccola  bottega del borgo per ben 55 anni e oggi,  ad 87 anni è ancora in vita .      

Caterina ha avuto tre figli, Marcello, Mara e Roberta e 4 nipoti. Ha avuto inoltre la fortuna di avere e conoscerne la gioia di tenerli tra le braccia, due fantastici gemelli figli di Andrea, suo nipote.

 

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pubblicato il 2020/04/04 09:54:00 GMT+2 ultima modifica 2020-04-04T10:06:25+02:00

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